Questa è la storia di Paolino, che diventa vescovo e di sua moglie Terasia che lo accompagna nel suo cammino di vita e di fede .
Non dobbiamo stupirci di incontrare un vescovo sposato, nei primi secoli questo era frequente: vogliamo conoscere piuttosto la vita di questo santo, o meglio la storia di questa coppia di sposi.
Una storia particolare soprattutto in virtù della loro vita di famiglia e della loro spiritualità coniugale, che può affascinare molte famiglie in un tempo come il nostro, minacciato dall’illusione del consumismo e dalla bugia del “successo”.
Paolino e Terasia durante la loro vita matrimoniale sperimentano un cammino di conversione graduale e profondo che li porterà a fondare nella città di Nola un centro di spiritualità molto importante frequentato da una pluralità di fedeli, sia personaggi comuni che importanti per la loro epoca.
Danno vita a una esperienza monastica che mai più si ripeterà nel corso della storia della chiesa ma che può essere per le famiglie di oggi uno spunto di riflessione originale: il loro infatti è un monastero familiare.
Per arrivare a questo è importante conoscere la loro storia personale e coniugale.
Le informazioni maggiori le abbiamo su Paolino, il quale nasce intorno all’anno 354 d.C da una ricchissima famiglia senatoriale cristiana , ebbe i migliori maestri tra cui Ausonio (probabilmente il migliore all’epoca) e la sua carriera politica fu talmente brillante da portarlo a soli 24 anni a ricoprire il ruolo di console suffectus, la più alta carica politica dopo l’imperatore. Paolino diventa console nel 378 e nel 381 è nominato governatore della Campania. In questi anni conosce Nola e il culto del martire Felice di cui segue affascinato la celebrazione della festa ogni 14 gennaio; qui vive i primi momenti della sua conversione e di consacrazione della sua vita a questo santo.
L’esperienza mistica lo fa entrare in crisi e probabilmente contribuisce alla sua decisione di lasciare la carriera politica. Torna in Spagna dove conosce la moglie; bellissime queste parole con cui descrive questo momento della sua vita:
Allorché deposi l’insegna del governatorato, i sei fasci, ho riconsegnato la scure al Senato, giammai bagnata di sangue altrui: e quindi al tuo richiamo son tornato di nuovo sulle rive del suolo natale. Straniero superai i Pirenei e raggiunsi il vicino paese degli Iberi . Lì tu permettesti che scegliessi una sposa secondo le leggi umane, guadagnavi così a suo tempo due vite; ti servivi del giogo della carne per mettere in comune la salute di due anime, compensavi con i meriti dell’una le esitazioni dell’altro.
(carme 21 vers 398)
Chiarissimo per Paolino è il ruolo del matrimonio cristiano, che eleva le anime degli sposi e tenero e grato è il riconoscimento dei meriti di Terasia . Ella infatti, forte di una fede più matura , avrà un ruolo importante nella conversione del marito, saprà stargli vicino con serenità e coraggio anche nei momenti difficili.
Ma chi era dunque Terasia? Di lei non abbiamo molti cenni biografici , situazione comune alla mentalità di un tempo che tendeva a sottolineare la figura maschile, ma vogliamo notare che le lettere di amici illustri e conoscenti sono sempre intestate a tutti e due gli sposi e che evidente è la stima che nutrono per lei.
S. Agostino nella sua lettera 27 saluta così:
E’ una sposa che non è per il proprio sposo guida alla mollezza della vita , bensì ritorno nelle ossa del proprio sposo, apportatrice di fortezza: a lei ritornata e ricondotta a formare una sola cosa con te e a te legata da vincoli spirituali tanto più solidi quanto più sono casti noi ricambiamo i saluti con gli omaggi dovuti alla vostra santitù.
Sono bellissime queste parole, Terasia ci appare una donna femminile, forte, sincera, compagna degna di Paolino che è un uomo intelligente, colto, sensibile, per nulla debole, ma cosciente delle sue fragilità in quanto creatura umana.
Il loro rapporto solido e costantemente custodito nella fede consentirà ai due sposi di rimanere saldi nelle difficoltà. Dopo i primi anni di matrimonio arriveranno infatti la sofferenza dovuta alla morte del fratello di Paolino e la dolorosa perdita del figlio tanto atteso, morto otto giorni dopo la nascita.
Paolino ricorda:
Quel nostro amato bambino noi l’abbiamo sepolto presso la tomba di due martiri, perché ricevendo da tale vicinanza qualcosa delle virtù di quei santi potesse purificare anche le nostre anime… (O santo Celso ) stai accanto con solidale tenerezza al tuo fratellino e intercedi perché anche noi abbiamo un giorno un posto nella vostra pace.
La loro sete, la ricerca del significato della loro vita alla luce di questi eventi si fa ancora più necessaria, si stringe il legame con S. Ambrogio e in quegli anni si registra il miracolo di san Martino di Tours che guarisce Paolino di una malattia agli occhi.
Infine arriva la svolta: Paolino dopo aver ricevuto il battesimo, inizia una nuova vita monastica insieme alla sposa. Il fatto deve aver destato scalpore in una realtà come quella pagana orientata completamente agli onori e alle ricchezze . Anche nel mondo cristiano il fatto è degno di nota. Ambrogio vescovo di Milano scrive così a Sabino vescovo di Piacenza:
Ho saputo che Paolino , a nessuno secondo in Aquitania per lo splendore della nobiltà, ha venduto tutti i suoi beni e quelli della moglie per distribuirli ai poveri…e si dice che abbia scelto la solitudine della città di Nola per trascorrervi il resto della vita, lontano dal tumulto del mondo. Né la moglie si è mostrata inferiore a lui per virtù e generosità di propositi .Ceduti ad altri i suoi possedimenti , ella segue il marito e, contenta del piccolo angolo di terra che il coniuge possiede a Nola, quivi si reca a cercare la consolazione della pietà e della carità. Non avendo figli hanno voluto crearsi una posterità con le opere buone.
(Ambrogio ep 58 )
Grande è la maturità e la concordia che vivono questi sposi. Quale moglie infatti può non ammirare
la fermezza di Terasia che segue il marito e lo imita nel suo slancio generoso di donare ai poveri?
I tempi non erano così diversi dai nostri: allora come oggi era imperante la logica del consumo e
del possesso che allontanano dalla verità profonda dell’altro. Paolino e Terasia non si lasciano
bloccare dal dolore e dalla delusione (per la perdita dei cari) o dalle paure (per la mancanza di
sicurezze), scelgono con coraggio grazie alla maturazione del loro graduale percorso di fede e di
vita, di tornare all’essenziale e decidono di aprire la loro casa a chi come loro vuole intraprendere
con Dio una relazione più profonda e intima.
Al loro monastero arriveranno così le coppie, chi con figli, chi con la madre anziana e anche un
consacrato. Il loro numero arriverà a dieci, e verrà simbolicamente paragonato da Paolino a un arpa
a dieci corde che canta lodi al Signore. La scelta di queste famiglie non sarà una chiusura al mondo,
anzi, il centro sarà ritrovo di fedeli di ogni estrazione sociale e aperto alla carità.
Il piano terra è sempre aperto a tutti i bisognosi , sicché noi, che abitiamo di sopra, possiamo porgere ai miseri ogni premura e nutrimento, mentre essi con i loro meriti recano salutare ristoro nelle nostre spirituali ferite:noi ci prendiamo cura dei loro corpi, essi con la preghiera assicurano la salvezza della casa dove sono ospitati
Carme 21
A questo punto notiamo come il Signore ha agito nella vita di questa coppia che con il suo “sì” ha
potuto sperimentare una fecondità spirituale.
Forte è l’intesa e ricca la spiritualità coniugale di questi sposi, Paolino definisce la moglie compagna nel servizio divino e pur avendo scelto (così si suppone ) la castità, sar, capace di riconoscere la preziosit, del femminile nella sua specificit, descrivendo così le donne :
Esse sono anche per noi uomini come preziosi pegni: il sesso ci distingue ma la grazia ci unisce.
Gli anni del monastero sono ricchi di grazie e il progetto di questi sposi cresce nelle mani del Signore. E proprio l’affidamento e lo spirito di servizio faranno accettare a Paolino una nuova missione quando alla morte del vescovo locale gli abitanti di Nola gli conferiscono l’episcopato riconoscendo in lui un vero uomo di Dio. Paolino ha 55 anni , della moglie in questo periodo non si hanno più notizie (forse non era più in questo mondo) .
A questo punto ci fermiamo in quanto per definire un quadro biografico della figura di Paolino vescovo rimandiamo a biografie più complete; quello che ci sembrava interessante conoscere era la singolarità dell’esperienza monastica intrapresa dai due sposi e la loro profonda spiritualità .
Concludiamo con le parole che Paolino rivolge alla sposa nel carme Ad coniugem e che possono
essere testo di meditazione per noi spose:
Orsù ti prego, compagna inseparabile della mia vita,
doniamo al Signore la nostra breve esistenza, piena di affanni (…)
Ringrazierò sempre Cristo e a Lui darò sempre onore;
la lode del Signore fiorirà sulla mia bocca.
E tu cara compagna, che Dio ha posto come aiuto a me infermo,
preparati con me alla battaglia della vita.
Raffrenami con sollecitudine se mi vedrai orgoglioso,
consolami se mi vedrai avvilito.
Dobbiamo essere l’uno per l’altro esempio di vita pia.
Sii custode del tuo custode. Sosteniamoci vicendevolmente.
Rialza colui che cade, rinfrancati con colui che si è rialzato
affinché non soltanto abbiamo in comune la stessa carne,
ma anche la stessa mente ed uno stesso spirito che nutra due anime.